Gruppi di aiuto per genitori in situazioni di rifiuto genitoriale: perché è un’iniziativa davvero innovativa

Nel recente episodio del podcast “Genitori in onda” condotto da Carlo Evangelista, è stata presentata un’innovativa iniziativa che potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo il fenomeno del rifiuto genitoriale nel terzo millennio.
L’iniziativa consiste nell’istituzione di gruppi di aiuto dedicati ai genitori che vivono situazioni di rifiuto da parte dei propri figli.
L’intervento della dottoressa Tatiana Amato, Presidente dell’Associazione di promozione sociale Radici Sociali Centro Studi Professionali, è stato cruciale per il successo di questo progetto. Insieme ad altri professionisti, tra cui il presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di San Donato Milanese, Maximilian Busnelli, il professor Giovanni Battista Camerini, la dottoressa Patrizia Conti, lo psicologo dottor Salvatore Bonanno e il pedagogista Francesco Celestina, la dottoressa Amato ha contribuito a plasmare un approccio multidisciplinare finalizzato al benessere delle famiglie coinvolte.

Il progetto

Il progetto è nato da un’analisi dei bisogni del territorio, inizialmente focalizzata su San Donato Milanese e comuni limitrofi, condotta dallo sportello sociale del Comitato Croce Rossa. L’espansione dello sportello sociale ha portato alla creazione di sportelli legali, medico-infermieristici e psicopedagogici, fornendo un ampio spettro di servizi per rispondere alle esigenze della comunità.
La dottoressa Amato ha sottolineato l’importanza di creare uno spazio di condivisione, sia in presenza che online, per i genitori che vivono la difficile situazione del rifiuto genitoriale. Si prevede anche l’istituzione di gruppi di aiuto destinati ai parenti dei genitori rifiutati, come nonni e zii, che spesso vengono coinvolti in queste complesse dinamiche familiari.

Gli interventi

Il professor Giovanni Battista Camerini ha enfatizzato l’importanza di intervenire tempestivamente in situazioni di rifiuto genitoriale, poiché i danni per i figli possono essere gravi. Ha spiegato che il gruppo non sostituisce gli interventi legali, ma fornisce un contesto educativo che aiuta i genitori a affrontare la situazione in modo costruttivo.
Il dottor Salvatore Bonanno, psicologo incaricato di condurre i gruppi di aiuto, ha evidenziato l’obiettivo di creare uno spazio protetto e riservato, favorendo la condivisione di emozioni, ansie e strategie educative. Ha sottolineato la necessità di sperimentare nuove competenze relazionali e di promuovere nuove logiche di interazione.
Infine, Francesco Celestina, pedagogista coinvolto nel progetto, ha enfatizzato l’approccio maieutico e l’opportunità di creare una cultura di condivisione e supporto che si estenda oltre i confini del gruppo, coinvolgendo la comunità locale.
In conclusione, l’iniziativa dei gruppi di aiuto per genitori in situazione di rifiuto genitoriale rappresenta un passo significativo verso una visione più ampia e inclusiva del supporto familiare. La condivisione di esperienze e la collaborazione multidisciplinare potrebbero aprire nuove prospettive nel trattamento di questa delicata problematica, offrendo speranza e sostegno alle famiglie coinvolte.

di Marcello Menni

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