Ucraina, conclusa la terza missione di Arché: il reportage

Era la terza missione di Arché in Ucraina e, come le precedenti, è stata di vitale importanza.
I volontari della onlus, guidati da Padre Giuseppe Bettoni, hanno consegnato scarpe, cibo, pannolini, passeggini, farmaci, lenzuola, pile, vestiti e prodotti per l’igiene intima a Padre Igor Boyko, direttore del seminario di Leopoli, e a Suor Giustina Ohla Holubert, fondatrice di un hospice pediatrico nella stessa città.
Arché ha lavorato in sinergia con diverse (oltre 10) associazioni per la raccolta del materiale, comprendente le uova di cioccolato con sorpresa e le colombe, distribuite in occasione della Pasqua ortodossa, per la grande gioia dei bambini e delle mamme che nel seminario stanno trovando riparo dalla guerra.
Il sorriso era stampato sui volti dei bimbi: ora potranno ritrovare un po’ di gioia nel Luca Park con i gonfiabili, portati dall’Italia e disposti nel giardino dell’istituto ecclesiastico, dopo essersi divertiti con Marco Rodari, clown di guerra conosciuto da tutti come “Il Pimpa” e giunto a Leopoli con il gruppo di volontari.
Tra di loro era presente Matilde Leonardi: la neurologa e pediatra, nonché membro di una task force dell’OMS, si è spesa in prima persona, attraverso incontri con autorità locali ed europee, per creare un centro inclusivo per bambini e giovani con disabilità.
La missione ha poi consentito di riportare nel nostro Paese i nonni (ultranovantenni) e la mamma (ultrasettantenne) di Julia, che vive a Parma. Hanno lasciato l’Ucraina con solo tre piccole valigie e il loro arrivo a Leopoli da Dnipro, prima del viaggio con Arché, è dovuto avvenire in auto e non in treno (come previsto) a causa dei bombardamenti sulla stazione.
L’allarme per i raid aerei ha accompagnato per tre volte il soggiorno degli operatori, ma il rischio non ferma la solidarietà: venerdì 29  aprile sono infatti partiti i van di Milano Sospesa, Asilo Mariuccia e le auto di Tesla Owners Italia. Sarà l’undicesima spedizione in sostegno di Padre Igor e Suor Giustina.

Giorgio Meroni

Foto da Facebook